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Facebook è sempre più ko. Wired Usa annuncia la crisi del colosso dei social network.

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In questi giorni sta facendo discutere la copertina che il mensile statunitense Wired ha voluto dedicare a Facebook, il colosso dei social network, ritraendo il suo fondatore e Ceo Marck Zuckerberg con il volto tumefatto di lividi e di ferite, come se avesse partecipato ad un estenuante incontro di boxe.

Una metafora che si presta molto bene per descrivere due anni davvero complessi, che hanno messo davvero a dura prova l'identità di questo social media. L'articolo è stato scritto da Nick Thompson e Fred Volgestein, dopo aver intervistato 51 persone, tra ex ed attuali dipendenti della piattaforma social, in un'analisi che spazia dal Russiagate all'ultima recente modifica dell'algoritmo di Facebook.

Tutto sembra essere iniziato dal licenziamento di Benjamin Fearnow, uno dei tanti giornalisti che curavano il feed Trending Topics. Secondo quanto riportato da questa indagine, sembra che sia stato proprio Fearnow a dare il via alla crisi di questo social, rivelando nel maggio 2016 a Gizmondo che "Facebook provvedeva a rimuovere sistematicamente le notizie di orientamento conservatore

In seguito a questa scioccante prima rivelazione, si generò uno scontro tra Zuckerberg e Rupert Mardoch, proprietario di Fox News, uno dei maggiori network di conservatori, il quale ha accusato Facebook di voler dare vita ad una vera e propria minaccia per l'esistenza dell'industria giornalistica

Per arginare e combattere questa grave accusa, il fondatore del social network decise di licenziare immediatamente tutto lo staff di giornalisti e collaboratori che lavoravano a Trending Topics, assegnando la cura e l'aggiornamento del feed ad una squadra di ingegneri di fiducia.

La situazione però non si calmò affatto e, in occasione delle elezioni Usa 2016, Facebook venne nuovamente accusato di aver diffuso notizie false contro la candidata Hilary Clinton, favorendo così la vittoria dell'attuale Presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

Anche questa volta Zuckerberg cercò di correre ai ripari provvedendo a contrastare in modo deciso la diffusione di fake news in diversi modi, finchè capì che forse gli conveniva ritornare alle origini della nascita di Facebook, tornando così a privilegiare il contatto e le relazioni degli utenti con i propri parenti e amici, aggiornando nuovamente l'algoritmo di Facebook, portandosi dietro migliaia di critiche dal mondo della stampa e dell'editoria che erano certi di poter contare proprio su questa piattaforma per promuovere le loro notizie e incrementare la visibilità e gli accessi alle proprie pagine aziendali.

Le altre crepe che hanno contribuito negli ultimi due anni a far vacillare la popolarità di questa piattaforma social media, sono state provocate dai tanti ex dipendenti che non hanno esitato a svelare pubblicamente dettagli non certo edificanti per l'immagine e la reputazione di Facebook.

Come ad esempio la denuncia di Sandy Parakilias che ha più volte ribadito che questo social dava maggiore priorità alla raccolta dei dati degli utenti piuttosto che alla loro protezione da eventuali abusi. E ancora le parole di Samidh Chakabarti che in poco tempo hanno fatto il giro del mondo: "I social network possono mettere in serio rischio la democrazia di un Pese, vorrei poter garantire che gli aspetti migliori avranno la meglio su quelli critici, ma non posso". 

In conclusione la crisi di Zuckerberg sembra che riguardi anche un'evidente fuga dei giovani dalla sua piattaforma. Secondo Emarketer, negli Stati Uniti il 2018 sarà l'anno della perdita di 2 milioni di under ventiquattro da Facebook, dopo i 2,8 milioni già persi proprio lo scorso anno.

Al di là di questi dati, il vero problema è che la nuova destinazione dei giovani non sarà Instagram, social di proprietà di Menlo Park, cittadina statunitense  sede degli stabilimenti della Sun Microsystems, occupati attualmente da Facebook, ma Snapchat che è già pronta ad accogliere ed ospitare 1,9 milioni di adolescenti.

Una vera e propria disfatta che testimonia che neanche l'ottimista, brillante e miliardario Marck Zuckerberg è davvero invincibile. 

   

 

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LinkedIn è il nuovo Ufficio di Collocamento.

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E' il social network per eccellenza pensato per mettere in mostra il proprio curriculum vitae e valorizzare le proprie competenze professionali

Stiamo parlando di LinkedIn, il social media lanciato nel 2003 da un gruppo di compagni di classe ai tempi del liceo negli Stati Uniti, attualmente tradotto in oltre quaranta lingue ed acquistato da Microsoft per 26 miliardi di dollari.

Una piattaforma collaudata che facilita e promuove lo sviluppo di relazioni tra professionisti che desiderano mantenere rapporti in ambito lavorativo per allargare il proprio orizzonte professionale e giro d'affari o, più semplicemente, disporre di una vera e propria vetrina per diffondere la conoscenza del proprio curriculum vitae online

LinkedIn rappresenta l'Ufficio di Collocamento più grande al mondo. Questa piattaforma social offre ai propri utenti la possibilità di crearsi una rete di contatti professionali mirata e l'opportunità di poter seguire specifici settori d'interesse e, infine, condividere notizie rilevanti inerenti il proprio lavoro e/o business di riferimento.

Oggi questo social network rappresenta un mezzo di comunicazione in grado di fornire valore aggiunto per chi è alla ricerca di un'occupazione ma anche e soprattutto per chi possiede già un lavoro ed è al momento interessato a valutare nuove opportunità di miglioramento professionale.

LinkedIn è anche lo strumento più usato per selezionare e reclutare i candidati passivi, ovvero le persone che non investono molto tempo nella ricerca attiva di un lavoro, ma potrebbero essere interessati a valutare delle proposte di crescita o di cambiamento professionale.

Proprio l'edizione dell'Hays Salaty Guide 2017 ha messo in evidenza che il 56% delle aziende lo scorso anno ha monitorato i profili social dei candidati, prima di procedere ad un loro colloquio o assunzione.

Di queste, il 99% ha controllato almeno una volta LinkedIn e il 60% Facebook, il 19% Instagram e un altro 19% ha verificato se un candidato era in possesso di un proprio blog o sito web personale.

Le ragioni che hanno spinto i recluiter ad effettuare tali ricerche sono state principalmente l'esigenza di potersi fare un'idea più chiara e completa sulle competenze professionali di un candidato, la possibilità di accertarsi sulle eventuali attitudini professionali di una specifica persona, anche attraverso la sua partecipazione a community online, la verifica di incongruenze o inesattezze tra il profilo professionale dichiarato e quello effettivo, ma anche la verifica della correttezza dei contatti professionali dei vari candidati.

Viste le enormi potenzialità che si nascondono dietro all'utilizzo di questo social network, oggi il nostro Social Media Manager Federico Di Giorgi vi fornirà alcuni preziosi suggerimenti che sicuramente vi aiuteranno nella creazione del vostro profilo LinkedIn efficace:

La scelta della foto giusta.

La migliore tipologia di foto che per il vostro profilo Linkedin è sicuramente il primo piano. Il suo obiettivo è quello di farvi apparire professionali e affidabili, per questo, un'altro aspetto da non sottovalutare è anche la scelta dell'abbigliamento; prima di realizzare il vostro scatto, ricordatevi di vestirvi in maniera adeguata, consona e coerente al vostro settore professionale.

Utilizzate una Headline che attiri l'attenzione dei vostri recluiter.

Uno degli errori più frequenti che mi capita di vedere visitando alcuni profili LinkedIn è la mancanza di cura ed attenzione nella corretta scelta delle parole chiave da inserire, sia nella presentazione della propria professionalità che spesso risulta incomprensibile, banale o noiosa nella lettura. Per evitare tutto questo, risulta dunque fondamentale scegliere una lista di parole chiave interessanti che possano descrivere al meglio il vostro mestiere e, sulla base di queste, selezionare solo quelle che possano essere trovate con più facilità da un potenziale recluiter o professionista interessato a contattarvi.

Descrivete le vostre esperienze professionali in modo semplice, chiaro e completo.

Generalmente nelle prime fasi di una ricerca o selezione di nuovi profili i recluiter non dispongono di molto tempo per analizzare e leggere in profondità i profili social network  dei candidati; ovviamente se non trovano subito quello che cercano, passano all'analisi di un altra persona in lista. Un consiglio che posso fornirvi è quello di cercare di spiegare qual'è stato il valore aggiunto del vostro ruolo e quali benefici avete apportato in azienda.

Mantenete costantemente aggiornato il vostro profilo.

Negli ultimi anni LinkedIn ha aggiunto nuove sezioni che, se utilizzate correttamente, permettono davvero di ottenere un profilo con massima efficacia. Se ad esempio avete svolto numerose esperienze di volontariato in Italia o all'estero, questo è un'aspetto importante che va adeguatamente inserito all'interno delle varie informazioni presenti sul vostro profilo personale. Ricordatevi che l'aggiornamento costante dei vostri profili social media rappresenta un'ottimo strumento per fare personal branding di voi stessi online. 

Utilizzate LinkedIn in modo attivo.

Fate conoscere anche su questo social le vostre idee, date libero sfogo alle vostre opinioni personali, frequentate i gruppi inerenti il vostro settore o business, dimostrate di avere passione e amore per quello che fate ogni giorno. Ogni qual volta che aggiornate il vostro stato, il post sarà visualizzato nelle home page di tutti i vostri collegamenti, ricordando loro che anche voi esistete e che siete utenti attivi, interessati, curiosi e soprattutto sempre aggiornati sulle evoluzioni e cambiamenti del vostro settore professionale. 

 

  

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Super Bowl 2018, gli incredibili costi degli spot pubblicitari.

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Da diversi anni il Super Bowl, la finale del campionato della National Football League (Nfl), oltre ad essere l'evento sportivo più atteso e importante degli Stati Uniti d'America, è anche uno degli show televisivi più seguiti durante l'anno.

Nonostante anche negli Usa continui a persistere il calo fisiologico dell'audience televisiva, ogni anno il Super Bowl viene guardato in media da oltre 100 milioni di telespettatori, facendo registrare uno share di oltre il 70%, un'audience ricchissima soprattutto per le aziende che trasmettono i loro spot durante i vari intervalli pubblicitari.

Come tutti sappiamo, il Super Bowl non è soltanto un semplice evento sportivo, ma rappresenta anche una sorta di "Oscar della Pubblicità". I super spot televisivi sono da sempre destinati a dettare le nuove tendenze del settore pubblicitario, e di conseguenza delle agenzie di comunicazione che li producono. 

Per questa cinquantaduesima edizione che ha visto lo scontro diretto tra Philadelphia Eagles e New England Patriots, il costo medio di uno spot pubblicitario della durata di trenta secondi si è aggirato tra i 5 milioni e i 5,2 milioni di dollari, a seconda del posizionamento nel palinsesto televisivo. Questa cifra non tiene conto ne dei costi di produzione, ne dei diritti di commissione alle agenzie pubblicitarie che li hanno realizzati.

Il sito web Digiday, interagendo con numerose web agency ed esperti di web marketing, ha realizzato uno studio di cosa potrebbero acquistare le aziende americane avendo a disposizione il budget pubblicitario di 5,2 milioni di dollari. Di seguito riportiamo le proposte di investimento pubblicitario che sono emerse dal confronto con gli "addetti ai lavori".

Pianificare video pubblicità su dispositivi mobile per 32 anni.

Il costo medio per mille impression per i video verticali interattivi su dispositivi mobile è di 1,4 dollari. Disponendo di un budget di spesa di 5,2 milioni si possono ottenere 357 milioni di impression. Per la stessa cifra di denaro, si potrebbe arrivare a coprire un lasso di tempo di 32 anni per la diffusione di questi video annunci pubblicitari

Creare ben 30 giochi sui social network.

Realizzare un gioco per le piattaforme social media ha un costo tra i 150 mila e i 300 mila dollari. Con 5,2 milioni si possono creare all'incirca tra i 17 e i 34 social game, dove è possibile far comparire un brand o un prodotto da promuovere e pubblicizzare.

Raggiungere due milioni di persone in più su Facebook.

Potendo disporre del budget di spesa pubblicitario per il Super Bowl, un'azienda è in grado di poter raggiungere 113 milioni di persone su Facebook, generando 450 milioni di impression in una campagna Facebook ADS della durata di una settimana.

Questo significa che ogni utente raggiunto dal social network vedrebbe comparire nella sua bacheca l'annuncio per ben quattro volte. Questa campagna pubblicitaria a pagamento avrebbe raggiunto 2 milioni di persone in più rispetto ai 111,3 milioni di persone che hanno dichiarato di aver guardato questo evento sportivo lo scorso anno.

Generare 2,6 miliardi di impression su Instagram.

Il costo per mille impression degli annunci video di Instagram si aggira dai 2 ai 3 dollari, in base agli acquirenti degli annunci. Con un budget come quello investito per uno spot del Super Bowl, è stato stimato che un brand può ottenere circa 2,6 milioni di impression. A 2 centesimi per visualizzazione, si può arrivare ad ottenere 260 milioni di visualizzazioni video. 

Ottenere 2,6 milioni di clic in ricerche a pagamento sul sito e-commerce di Amazon.

Con gli annunci delle ricerche su Internet le aziende sono certe che le persone sono coinvolte maggiormente nella ricerca di un brand o di un suo prodotto. La percentuale del costo per clic per gli annunci della rete di ricerca su Amazon, il sito e-commerce più visualizzato nel mondo, è di 2 dollari circa, secondo gli acquirenti di annunci, quindi disponendo di 5,2 milioni di dollari, si potrebbero tranquillamente ottenere 2,6 milioni di clic. 

Pagare 8 messaggi di Selena Gomez

Un influencer che possiede 100 mila follower sui social network ha un costo di circa tremila dollari per un post su Instagram. E' stato stimato che un budget di 5,2 milioni permette di ottenere circa 1.733 post con un influencer di questo livello, il che significa che è possibile poter raggiungere un potenziale di 173, 3 milioni di persone, circa 62 milioni in più rispetto al Super Bowl, tenendo conto ovviamente dell'audience dello scorso anno.

Gli influencer come Selena Gomez, che ha oltre 133 milioni di follower su Instagram, possono arrivare a chiedere fino a 660 mila dollari per pubblicare un brand sulla propria pagina. In conclusione, disponendo di 5,2 milioni, un'azienda potrebbe riuscire ad acquistare ben otto post di Selena Gomez.

Generare 1,85 miliardi di visualizzazioni di annunci display su Google.

Il costo medio per mille impression di annunci display su Google è di 2,80 dollari. Questo budget milionario consente ad un'azienda americana di ottenere circa 1,8 miliardi di visualizzazioni di annunci display, ovvero quelli grafici in  vari formati presenti sui siti, pagati anche questi a seconda delle loro visualizzazioni. 

 

 

 

 

 

 

 

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Global Digital 2018: In Italia e nel mondo, cresce il numero di persone connesse ad Internet.

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Anche quest'anno, We Are Social in collaborazione con Hootsuite, la piattaforma social media managment più utilizzata a livello mondiale, ha recentemente pubblicato il "Global Digital 2018", report annuale volto a comprendere la diffusione dei social media e di Internet nel nostro Paese e nel resto del mondo.

Questo report è diventato ormai un punto di riferimento per tutti gli esperti in materia di strategie di web marketing e social media marketing, che possono comprendere come si sta evolvendo la community degli internauti online, diventata sempre più numerosa.

Dall'analisi dei dati provenienti da 239 Paesi, è emerso come il numero degli utenti connessi ad Internet nel mondo abbia sorpassato la soglia dei 4 miliardi di persone; oggi più della metà della popolazione mondiale è online. Più di 250 milioni di persone si sono connesse per la prima volta l'anno scorso. Il primato va riconosciuto al continente africano, dove la recente diffusione di smartphone a basso costo e di abbonamenti economici per navigare su Internet ha permesso, per la prima volta. a molte persone di accedere al magnifico mondo del Web.

Anche il numero di utenti che utilizzano i social media risulta in forte aumento. Rispetto allo scorso anno, sono cresciuti del 13% toccando quota 3 miliardi e 200 milioni di utenti.

Con quasi 2 miliardi di utenti e una crescita pari al 15%, Facebook continua a dominare lo scenario social mondiale, Instagram registra un incremento straordinario triplicando il numero dei suoi utenti. WhatsApp e Facebook Messenger registrano un tasso di crescita doppio (30%) rispetto a Facebook.

Il report Global Digital 2018 dedica uno studio molto approfondito sul nostro Paese, riportando una serie di dati riguardanti il numero di utenti attivi su Internet e di quelli che utilizzano ogni giorno una piattaforma social.

In Italia il 73% della popolazione è online (43 milioni di persone circa), e sono all'incirca 34 milioni gli utenti attivi sui social network. Proprio l'anno scorso si è registrata una crescita di 4 milioni di persone connesse al Web, e una crescita esponenziale di utenti che frequentano le piattaforme social media (3 milioni, + 10% rispetto all'anno 2016). In media, trascorriamo online circa 6 ore al giorno, quasi il doppio del tempo che passiamo davanti alla televisione.

Di queste ore, quasi 2 sono passate navigando su un social network. Per quanto concerne la classifica dei siti web più visualizzati nel nostro Paese è guidata da Google.it. Questo motore di ricerca registra oltre 500 milioni di visite ogni mese, seguito a distanza da Facebook, Youtube e Google.com, tutti e tre con oltre 200 milioni di visite. A chiudere la classifica dei 5 migliori siti web in italia troviamo il sito di e-commerce Amazon, che colleziona da solo più di 80 milioni di viste ogni anno.

 

 

 

 

 

 

  

 

 

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Le aziende italiane sempre più presenti sui Social Media.

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L'anno scorso li hanno utilizzati un'azienda su due. Stiamo parlando dei social network, divenuti oggi non più soltanto un luogo virtuale per condividere foto, ricordi e video, ma anche preziosi ed utilissimi strumenti di marketing e di comunicazione multimediale per le aziende, utilizzati sempre più per posizionare online il proprio marchio.

Secondo una recente indagine condotta dall'Euostat, lo scorso anno il 47% delle aziende con sede legale in Europa ha utilizzato almeno un social network. Questo dato risulta in forte crescita, se si pensa che nel solo 2013 ad avere una pagina social era il 36%, ovvero un'impresa su tre. 

Certamente, non tutte le piattaforme sono adatte per promuovere il proprio business online; per questo, lo scorso anno, i social media maggiormente utilizzati dalle aziende sono stati Facebook e Linkedin, ovvero quelli che consentono di costruire un rapporto più diretto con la propria clientela.

Ben più limitato è stato invece l'utilizzo di piattaforme per la condivisione di file multimediali, come Youtube, SlideShare o Flicker. Stesso discorso vale anche per i siti di blogging o microblogging, come Twitter

Questo è il quadro generale tracciato dall'Eurostat, dopodichè esistono sostanziali differenze da Paese a Paese. Secondo quando emerge da questa interessante analisi che riguarda le imprese con almeno 10 dipendenti, con la sola eccezione di quelle che operano nel settore della finanza, il record spetta a Malta

Il 74% delle aziende di quest'isola lo scorso anno ha utilizzato almeno un social media, seguite dal 66% di quelle danesi, irlandesi e olandesi. Questo almeno per quanto riguarda i 28 Paesi facenti parte dell'Unione Europea. 

Se però si fa riferimento ai confini geografici, il primo posto spetta all'Islanda, dove il 79% delle attività imprenditoriali possiede un profilo su un social network. In fondo alla classifica si posizionano Polonia, Lettonia e Bulgaria.

E l'Italia com'è messa? Tranquilli, anche nel nostro Paese i social network dominano la classifica. Facebook, ma certamente anche Linkedin, sono stati ampiamente utilizzati nel 2017 dal 42% delle aziende.

Solo un'impresa italiana su sei ha utilizzato piattaforme per la condivisione di video, foto e presentazioni, mentre appena un'azienda su otto è presente su Twitter

Se però l'utilizzo di Youtube e di realtà analoghe è in crescita, passando dal 10% del 2013 al 16% dello scorso anno. Twitter e altri social simili non riescono ancora ad ottenere larghi successi. Negli ultimi tre anni la quota di aziende che utilizzano i siti di blogging è rimasta invariata all'8%.

Ovviamente i dati Eurostat non riescono a spiegare perchè nel 2018 le aziende preferiscano posizionarsi su una tipologia particolare di piattaforma social rispetto ad altre. 

Certamente nelle scelte compiute dagli imprenditori, si presume che incidono fortemente i numeri degli utenti che frequentano queste nuove "piazze virtuali": sono più di 30 milioni gli italiani iscritti su Facebook, a differenza dei soli 7 milioni presenti su Twitter

Se l'obiettivo che si intende raggiungere dalla propria strategia di social media marketing è quello di usare questi strumenti di comunicazione come veicoli pubblicitari, appare naturale indirizzarsi verso quei social che offrono la platea di pubblico più ampia. 

Che poi questa decisione, risulti anche la strategia di marketing e di comunicazione migliore, è una delle domande a cui le aziende possono ottenere una risposta dal nostro Social Media Manager e Copywriter Federico Di Giorgi.  

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Facebook aggiorna il suo algoritmo, massima priorità ai post di amici e parenti.

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Facebook nei prossimi mesi introdurrà dei nuovi aggiornamenti per il News Feed assegnando la priorità ai post, video e foto di amici e familiari, penalizzando i contenuti prodotti da editori ed aziende.

Mark Zuckerberg è sempre più convinto che le notizie autentiche, ovvero quelle che intendono comunicare effettivamente qualcosa, siano quelle che riscuotono il maggior numero di condivisioni e interazioni sui social; per questo, uno degli impegni principali del News Feed è individuare quali tipologie di post gli utenti giudichino degni di fiducia, così da selezionarli accuratamente per loro. Allo stesso modo, tutto ciò che essi reputano spam, pubblicità ingannevole, oppure fake news, sarà mostrato il meno possibile.

Con questo grande cambiamento, la compagnia intende limitare il "consumo passivo" del servizio, promuovendo una nuova esperienza d'uso che possa portare gli utenti a sensazioni maggiormente positive dopo le continue critiche che sono state sferrate durante lo scorso anno a questo social media dovute soprattutto al forte impatto negativo che Facebook ha nei confronti dell'attuale società.

Le principali novità saranno in vigore progressivamente nei prossimi mesi per dare maggiori opportunità per interagire con coloro a cui gli utenti tengono davvero di più.

Ma cosa significa tutto ciò per le Pagine Aziendali e per i contenuti pubblici? Semplice; se è vero che il News Feed mostrerà più post pubblicati da amici e parenti, gli utenti della piattaforma social media vedranno sempre meno contenuti pubblici, inclusi video e altri post di editori e aziende.

Resteranno esclusi da questo potente declassamento soltanto i video live, che generano in media sei volte più commenti delle altre tipologie di video. L'impatto varierà da pagina a pagina e dipenderà molto da fattori quali il tipo di contenuti prodotti e il modo in cui le persone interagiranno con questi. 

Rimarrà inoltre sempre garantita la possibilità per il singolo utente di poter utilizzare l'opzione "Mostra per primo" nelle preferenze del News Feed, in modo da veder garantita sempre la possibilità di visualizzare i post e gli aggiornamenti di stato delle sue fan page preferite. 

In conclusione, il concetto di fondo che sta dietro a questo nuovo aggiornamento dell'algoritmo che regola il ranking per le notizie di Facebook è che adesso la priorità va data all'individuo, alla sua sfera personale e ai suoi interessi. 

Con il numero impressionate di connessioni che registra ogni giorno Facebook, l'azienda si trova costretta a dover immagazzinare un quantitativo mastodontico di dati sul comportamento degli utenti online e, da lì, dovrà essere in grado di riuscire a saper comprendere ciò che essi vogliono effettivamente vedere. 

Il boccone amaro da mandar giù tocca alle realtà imprenditoriali che dovranno accettare a malincuore il fatto di passare presto in secondo piano nelle priorità contemplate dal News Feed e, quindi, per ottenere ancora maggiori visualizzazioni dei propri post, dovranno essere in grado di produrre contenuti di alta qualità, basati sulla creazione di uno storytelling aziendale, per non essere costrette ad investire il proprio budget pubblicitario in campagne advertising su Facebook ADS

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I nuovi trend del Social Media Marketing che ci aspettano nel 2018.

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Il 2017 è stato un anno impegnativo per i Social Media Manager che lo ricorderanno sicuramente per l'esplosione dei video su Facebook, dei Chatbot su Messenger, dei messaggi vocali su Whatsapp e, infine, per le Stories su Instagram.

Anche il 2018 si preannuncia ricco di grandi novità per il social media marketing e, quindi, è arrivato davvero il momento di scoprire quali saranno i trend da tenere in considerazione per continuare a pianificare strategie di marketing e di comunicazione vincenti sulle principali piattaforme social media.

1. La realtà aumentata e l'intelligenza artificiale.

Oggi i sistemi di realtà aumentata (AR) offrono al consumatore un'esperienza sempre più interattiva, stimolante e coinvolgente. Si tratta di una strategia di marketing in costante evoluzione; social network, ma anche prestigiosi brand, stanno implementando sistemi di intelligenza artificiale e di AR che presto consentiranno ai propri utenti di vivere più intensamente la relazione con i propri prodotti offerti, riuscendo a percepirli come parte integrante della loro realtà quotidiana in cui vivono.

Quest'anno la realtà aumentata avrà inoltre un forte impatto sulla navigazione da dispositivi mobili; nei prossimi mesi Snapchat e Instagram aggiungeranno sulle proprie piattaforme social dei nuovi filtri che permetteranno a tutti di proiettare i propri scatti attraverso la realtà aumentata.

2. Il potere dei sistemi di Chatbot.

I sistemi di Chatbot nascono inizialmente come software in grado di rispondere alle richieste dei visitatori di un sito web, oppure di svolgere semplici operazioni di routine senza l'intervento di un operatore.

Nel corso degli anni, questi sistemi si sono sempre più evoluti fino ad arrivare a gestire in modo autonomo conversazioni online con gli utenti, offrendo al consumatore una particolare esperienza di relazione e dialogo con l'impresa stessa. 

Gartner, azienda leader mondiale nella consulenza strategica, ricerca e analisi nel campo dell'Information Tecnology (IT), prevede che nel 2018 almeno il 30% delle conversazioni sarà gestito da macchine e, pertanto, si può tranquillamente affermare che i Chatbot rappresentino delle preziose opportunità da sfruttare per creare relazioni one - to one tra un'impresa e i propri utenti online. 

3. Il boom dei contenuti effimeri.

Sui social network spopola da parte degli utenti la pubblicazione di contenuti che si autodistruggono nel giro di 24 ore. Si chiamano "storie" o contenuti effimeri e quelle più utilizzate e diffuse sono le Stories di Instagram che oggi sono sempre più arricchite di nuove funzionalità utili anche alle aziende, che stanno cominciando ad utilizzarle come potenti strumenti di marketing e di comunicazione digitale

Proprio la volatilità del contenuto invoglia gli utenti ad instaurare un'interazione con l'azienda stessa, che si svolge in tempo reale. Questo trend, proprio per la sua "vita breve", provoca un'aumento della paura di perdere una novità, un contenuto esclusivo oppure una particolare offerta, permettendo così al brand di restare presente più a lungo nella mente dei consumatori. 

4. L'Influencer Marketing e la diffusione dei podcasting.

L'Influencer Marketing è una strategia diffusa da diversi anni in Italia e consiste nel fatto che i brand scelgano di affidare la loro promozione offline e online in mano ad un volto noto, apprezzato e seguito in rete, che possieda un gran numero di seguaci che lo seguono in rete come, ad esempio, Chiara Ferragni.

Se in passato queste attività non sono state adeguatamente regolamentate, nel 2018 le principali piattaforme social media stanno definendo delle specifiche  norme in grado di tutelare i consumatori e le imprese, da eventuali forme di pubblicità ingannevole o pratiche commerciali scorrette, anche alla luce dei recenti interventi dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. 

Per i professionisti e i consulenti, vogliamo ricordare anche la veloce e costante crescita e diffusione del fenomeno del podcasting, che ormai rappresenta un trend da sfruttare a tutti gli effetti. 

5. Sempre più contenuti video e dirette live streaming. 

Anche quest'anno i video sarà il contenuto più apprezzato e visualizzato online, sia nelle forme del videoclip, sia nelle modalità dello streaming di un evento in diretta

Attualmente sono tantissimi gli utenti che preferiscono guardare una diretta streaming di un'azienda o di un marchio noto, rispetto a leggere un semplice post con testo e foto.

Se un'azienda o un'agenzia di comunicazione vuole restare al passo con i tempi, dovrà realizzare un efficace piano editoriale social basato sulla creazione di un video storytelling da veicolare sia sul sito web aziendale, sia sulle più diffuse piattaforme social network (Facebook, Instagram, Twitter, Youtube, LinkedIn, Pinterest, etc.). 

6. La perdita della Reach organica dei post e il predominio della pubblicità a pagamento.

Per tutti coloro che hanno utilizzato i social network come strumenti per fare pubblicità gratuita alla propria azienda, presto dovranno ricredersi.

Anche nel 2018 la Reach Organica dei post aziendali sarà in caduta libera e, quindi, per attrarre nuovi clienti e aumentare le vendite di prodotti o servizi, gli imprenditori, i manager e i liberi professionisti saranno costretti ad investire una parte del proprio budget pubblicitario in campagne a pagamento su piattaforme come Facebook ADS.

 

 

 

 

 

 

 

 

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La tua azienda ha già una Social Media Policy?

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Oggi l'utilizzo dei Social Media da parte di aziende, Piccole Medie Imprese e Pubbliche Amministrazioni, è un fenomeno ormai diffuso e consolidato e rappresenta un'incredibile opportunità per le organizzazioni e i loro utenti.

Tuttavia, al di là degli innumerevoli vantaggi che si possono ottenere da una proficua gestione ed aggiornamento delle proprie pagine aziendali, non bisogna dimenticare che vi sono alcuni rischi in cui si può incappare come ad esempio:

  • la perdita di produttività del proprio personale;
  • danni all'immagine e alla reputazione aziendale provocati da un uso scorretto dei principali social network;
  • contenzioso con il personale oppure con i propri utenti / fan a causa della pubblicazione di contenuti inappropriati:
  • perdita di informazioni confidenziali.

Per questo motivo, sono sempre più le amministrazioni e le imprese che oggi si dotano di uno specifico documento denominato Social Media Policy . 

Che cos'è la Social Media Policy?

La Social Media Policy è l'insieme delle norme di comportamento, riguardante un'azienda oppure un'organizzazione, che si pone l'obiettivo di regolare molteplici aspetti legati ai Social Network Site, ovvero come Facebook, Twitter, LinkedIn, Google +, Instagram, Youtube ecc.

Questi aspetti possono essere applicati sia nei confronti dei dipendenti dell'azienda / organizzazione (si parla in questo caso di "policy interna"), sia verso i clienti dell'azienda stessa (si parla di policy esterna).

Che cos'è la Social Media Policy Interna?

La Social Media Policy Interna è un documento indirizzato al personale dell'organizzazione o dell'azienda che mira a sensibilizzarlo e ad informarlo sull'uso corretto dei Social Network sia quando parla dell'impresa, sia quando interagisce con essa e le sue pagine ufficiali.

Si compone di due pratiche distinte, ma connesse tra loro:

  • l'utilizzo dei propri account privati sul posto di lavoro;
  • l'uso degli account istituzionali dell'azienda.

Che cos'è la Social Media Policy Esterna?

La Social Media Policy Esterna è un documento che un'organizzazione o un'azienda predispone per disciplinare il comportamento degli utenti nelle sui propri profili Social Network Istituzionali. Il suo focus è incentrato sul rapporto tra gli utenti e l'impresa, con l'obiettivo di rendere semplice, chiara e trasparente la fruizione dei canali Social Media, riducendo al minimo il rischio che si possano generare malintesi, fraintendimenti e critiche in merito ai contenuti pubblicati.

Tre sono gli elementi principali di questo importante documento:

  • gli argomenti e i contenuti trattati e pubblicati su ciascun Social Network;
  • le attività di moderazione e controllo sui propri profili istituzionali allo scopo di valutare, caso per caso, gli interventi degli utenti che non rispettano le regole della policy esterna;
  • le regole per il trattamento e la gestione dei dati personali forniti dagli utenti.

Hai bisogno di una consulenza per scrivere la Social Media Policy della tua azienda? Contattaci compilando la form che trovi a questo link. Un nostro consulente sarà a tua completa disposizione per aiutarti nella stesura di questo documento. 

 

 

 

 

 

 

 

 

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