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Pubblicità: la TV scende ancora, Internet sale

Dott. Tomaso Trevisson Scritto da 

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Tempi duri per gli spot in tv: no, non parliamo della loro qualità (pessima, a dirla tutta), ma della loro audience e sopratutto della loro efficacia. La Tv non tira più come una volta, gli ascolti calano e gli inserzionisti scappano. A dipingere un quadro a fosche tinte ci pensa Nielsen che rende noto che nei primi 5 mesi del 2011 sono stati spesi oltre 3,8 miliardi con una contrazione rispetto allo stesso periodo del 2010 del -2,8%.

Tale risultato è dovuto principalmente alla flessione, in questa prima fase dell’anno, degli investimenti di due settori fondamentali per il mercato pubblicitario: alimentari e telecomunicazioni. A livello di mezzi i cali più consistenti si sono registrati sulla tv tradizionale, sulla stampa (in particolare free press) e sulla radio. In controtendenza Internet e le piattaforme digitali (satellite e DTT).

Prprio il web sta lentamente prendendo il posto della Tv, vuoi per l'efficacia del messaggio, vuoi per il maggior tempo speso dagli utenti davanti ad uno schermo di pc o tablet. Il digitale e il satellitare godono di buona salute: la televisione, considerando anche i marchi Sky e Fox e le tv digitali rilevate da Nielsen, chiude i primi cinque mesi in calo (-2,3%), con una raccolta superiore  a 2,1 miliardi di euro. Mentre alcune emittenti generaliste hanno chiuso i primi 5 mesi in calo, si conferma in forte crescita l’advertising sulle emittenti trasmesse in digitale terrestre con aumenti in alcuni casi superiori al 100%.

Molto positivi anche i dati relativi alle emittenti satellitari dopo un inizio dell’anno negativo. Gli investimenti su internet, superando i 230 milioni di euro senza considerare il search, continuano a crescere a doppia cifra (+15,6%) rispetto al 2010. Positivi anche i dati relativi all’out of home tv che registra un aumento del +1,7%. Il direct mail perde il -3,6% nei primi 5 mesi dell’anno ma nel mese di maggio il risultato è stato in linea con lo stesso mese del 2010. In calo l’advertising su tutti gli altri mezzi rilevati da Nielsen.

Chi paga per fare pubblicità? Lo status quo non è cambiato e i big spender sono sempre gli stessi Sono principalmente alimentari e telecomunicazioni (per entrambi -9,4%), rispettivamente il primo e il terzo settore merceologico in termini di valore dell’advertising, a determinare il calo di questi primi cinque mesi. In netto calo anche finanza/assicurazioni (-13,9%) in buona ripresa però nel mese di maggio. Tra gli altri settori trainanti del mercato si registrano crescite nel caso di automobili (+6,5%), media/editoria (+2,5%), cura persona (+11,0%) farmaceutici/sanitari (+11,9%) o cali molto più contenuti per abbigliamento (-0,3%) e distribuzione (-4,7%).