iPad, iPhone e Android hanno dato vita ai nuovi business mobile
Scritto da Dott. Tomaso Trevisson
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Per capire quanto i dispositivi mobile stiano cambiando il modo con cui le persone comunicano ed utilizzano la Rete, basta guardare la crescita dei collegamenti mobili nel nostro Paese: le offerte degli operatori si moltiplicano ed è sempre più frequente trovare abbonamenti flat per la connessione ad Internet a prezzi vantaggiosi.
iPadGrazie a tale diffusione, negli ultimi quattro anni abbiamo assistito alla nascita di una serie di business che hanno come target core proprio il settore degli smartphone.
Quello che tutti conosciamo è il market place: forse il business che fin da subito ha ripagato Apple degli investimenti fatti su iPhone.
La compagnia ha creato per prima un ambiente del tutto chiuso dove gli sviluppatori hanno trovato modo di creare e ricreare applicazioni fissando un prezzo ragionevole.
Il merito di iPhone è primariamente quello di aver portato sullo smartphone applicazioni perfettamente funzionanti a costi molto ridotti, facendo si che gli utenti iniziassero ad utilizzarle e ad acquistarle senza i vincoli che fino ad allora avevano fermato la diffusione di nuovo software sugli smartphone.
Si tratta di un business miliardario tanto per gli sviluppatori che hanno saputo cogliere al volo le opportunità di AppStore, tanto per l’azienda di Cupertino che chiede una tassa di circa 100 dollari ai propri sviluppatori per entrare nel programma di sviluppo, ma anche un 30% degli incassi derivanti dalla vendita delle applicazioni.
Si tratta, poi, di un business “copiato” da tutti i produttori di smartphone, a partire da Nokia, fino ad arrivare alla piattaforma Android di Google: il marketplace è divenuto non solo fonte di reddito per gli sviluppatori, ma anche l’elemento da valutare per i clienti che si accingono a scegliere un nuovo smartphone.
Il business nascosto delle applicazioni per sviluppatori
Con il passare del tempo sono sempre di più le aziende interessate ad approdare con una propria applicazione in questo mercato: nel corso del 2010 anche in Italia sono nate davvero tante aziende specializzate nella realizzazione di applicazioni e contenuti per smartphone, quasi tutte concentrate sul mondo Apple, ed alcune in grado di fornire al cliente finale una soluzione completa per tutte le piattaforme.
L’approccio diretto ad una azienda è però qualcosa che ancora rimane appannaggio di grandi aziende o di PMI che hanno chiaro l’obiettivo del loro ingresso su una piattaforma mobile: in Rete si stanno diffondendo centinaia di start-up che producono piattaforme per lo sviluppo di applicazioni per iPhone o Android. Il motivo è semplice, per iPhone lo sviluppo di un’applicazione richiede la conoscenza dell’ambiente e del linguaggio utilizzato da Apple (Object C), mentre queste piattaforme consentono spesso di programmare le applicazioni utilizzando il più comune PHP e un linguaggio di markup come HTML.
L’esempio di AppAccelerator è uno dei più noti: la compagnia fornisce (dice a oltre 98.000 sviluppatori) una piattaforma completa di API per la realizzazioni di software per iPhone e iPad, di un’interfaccia di sviluppo che consente di simulare in real time il comportamento della propria applicazione e soprattutto di una serie di bottoni, temi e modalità di interazione con l’utente che in molti casi consentono di creare un’applicazione davvero nel giro di pochi minuti.
Il valore aggiunto di queste soluzioni è quello di fornire una base di partenza molto chiara per lo sviluppatore in erba, spesso guidandolo nella creazione di un nuovo software tramite un modello già pronto: se il vostro obiettivo è quello di realizzare una applicazione che consenta di leggere il vostro portale online, allora una breve ricerca su Google vi fornirà i risultati di decine di start-up che hanno già un modello di applicazione adatto a questo scopo, vi basta inserire il vostro feed rss e effettuare qualche personalizzazione per poi inviare tutto ad Apple per l’approvazione.
Questo business è destinato ad aumentare man mano che le aziende si accorgano della potenzialità del Web mobile: non sempre le applicazioni hanno come scopo finale quello di creare business dalla loro vendita, spesso la pubblicazione di una applicazione online è solo il completamento di un modello di business che parte dallo sviluppo di una applicazione web.
C’è da considerare, inoltre, come Android e Windows Phone 7 portino di fatto nuovo lavoro tanto agli sviluppatori finali quanto alle start-up che si occupano di creare piattaforme di sviluppo per questi ambienti.
Dall’applicazione web all’AppStore
Se intendiamo rendere disponibile la nostra applicazione web anche per gli utenti mobili, allora il modo migliore per farlo è la creazione di una applicazione ad hoc per le diverse piattaforme.
Se diffondere una applicazione web utilizzando solamente Internet potrebbe essere molto difficile, il discorso cambia se riusciamo a realizzare una versione mobile sufficientemente utilizzabile: in questo caso il numero di utenti della nostra applicazione cresce in maniera esponenziale tanto nel comparto mobile, con il download dell’applicazione (quasi sempre gratuita ovviamente) quanto online, con la possibilità di creare un business basato sull’approccio freemium o sull’inserzione di pubblicità all’interno delle due versioni create.
Questa è la strada che stanno percorrendo la maggior parte delle start-up che creano applicazioni per il web e quella che hanno intrapreso anche colossi come Skype, convinti che il mondo mobile possa incentivare e migliorare anche l’utilizzo dell’applicazione web.
iPad, in tal senso, ha consentito a molte applicazioni pensate per la produttività, con un approccio basato sulla vendita di account premium, di aumentare il numero di clienti proponendo anche una applicazione mobile.
Il caso di Evernote è forse il più utile al nostro scopo: la compagnia fornisce l’accesso al suo servizio da tutti i dispositivi, ma è stato notevole l’apporto di piattaforme come iPad e iPhone per la diffusione anche dei suoi account premium, per quegli utenti che hanno provato il servizio e hanno deciso di pagare pochi dollari mensili per più features.
Non parliamo quindi sempre di business che nascono e muoiono esclusivamente all’interno di queste piattaforme, e tanto meno sempre in modo diretto: non abbiamo volutamente parlato della creazione di quotidiani e magazine per queste piattaforme, perché il modello di business è quello classico, basato sulla vendita dell’applicazione.
Il vero valore che tuttavia stanno mostrando i terminali mobili è la possibilità di raggiungere uno stesso target di utenti con un differente comportamento dovuto all’utilizzo di uno smartphone piuttosto che di un PC.
Questo modello di business potrebbe interrompersi nel momento in cui le compagnie come Apple e Google porranno maggiori vincoli nella creazione di applicazioni e nel loro utilizzo all’interno dei dispositivi mobili: questo è il principale problema che oggi è sorto in questo contesto e il solo che potrebbe limitare la diffusione di modelli di business come quelli descritti.
Vi lasciamo, infine, suggerendovi un modello di business che nasce dal Web, ma che sembra possa arrivare a breve sugli smarpthone: il Social e-commerce. Un modello di e-business che si fonda sulle tesi del Cluetrain Manifesto ed è orientato all'e-business altrui.