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Aprire bottega online: una guida passo passo

Dott. Tomaso Trevisson Scritto da 

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Nell’attuale situazione di crisi economica e di compressione dei consumi, l’e-commerce cresce di anno in anno  in tutta Europa (i mercati più importanti sono il Regno Unito, la Germania e la Francia). I fattori che probabilmente possono essere annoverati tra i “fondamentali” per lo sviluppo del commercio elettronico, tanto per citare quelli più importanti, sono: divertimento e soddisfazione personale nell’acquisto,  sicurezza e fiducia ispirata, affidabilità e sicurezza dei pagamenti, facilità d’uso del sito, esperienza nell’acquisto online e possibilità di acquisto anche negli orari di chiusura. Questi aspetti, ovviamente, sono solo alcuni dei parametri che occorre tener presente qualora si desideri aprire un proprio negozio online di successo.

Pro e contro
Chi decide di aprire una vetrina sul Web deve fare attenzione a tutti i pro e i contro che possono derivare da una attività online. I vantaggi offerti da un portale di e-commerce certamente sono molteplici e possono essere sintetizzati in comodità, convenienza ed informazione. Dal punto di vista dell’imprenditore il commercio elettronico rappresenta una forte spinta per il proprio business, consentendo una vendita 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 a settimana. Il contro che deriva da un servizio di vendita continuato è quello di dover predisporre del personale specializzato che si dedichi giornalmente alla manutenzione del sito e  alla promozione dei servizi offerti, usufruendo, quando possibile, anche dei canali social. Chiunque decida di sbarcare sul Web, infatti, deve tener ben presente che per avere successo  è necessario investire risorse e denaro, non soltanto nella cura del portale, ma anche e soprattutto  nel marketing online, garantendo un buon posizionamento del proprio sito sui motori di ricerca e la presenza costante e continua del proprio brand sui social network . D’altro canto , il negozio online è in grado di garantire una più ampia visibilità, che si espande a tutto il territorio nazionale anche per le piccolissime aziende, altrimenti costrette a rivolgersi ai clienti nel raggio di pochi chilometri.  È per tale ragione che saranno proprio le piccole e medie imprese a dover puntare sul commercio elettronico nel prossimo futuro: solo così vedranno accrescere il proprio business attutendo la crisi che le attanaglia da qualche anno a questa parte.

Portale e –commerce o  servizi ad hoc?
Sbarcare in Internet con la propria attività di certo non comporta costi equiparabili all’apertura di una attività su strada. Ci sono comunque delle spese da dover sostenere. In primis la progettazione del portale Web. Esistono delle soluzioni informatiche ad hoc che consentono di realizzare siti e-commerce in  poco tempo e senza troppe difficoltà, basti pensare ai più blasonati Prestashop, Zencart e Virtuemart.  Per poter sfruttare questi strumenti non bisogna essere programmatori professionisti, ma non può neppure bastare semplicemente l’avere dimestichezza con i PC. È per tale ragione che nella maggior parte dei casi bisognerà affidarsi a personale specializzato. Inoltre, una volta online bisognerà investire sul posizionamento del portale, affinché il sito risulti tra le prime pagine dei motori di ricerca. Chi non volesse spendere inizialmente cifre considerevoli e volesse iniziare una vendita senza interpellare professionisti del settore, potrebbe affidarsi  a servizi già pronti e  consolidati, semplici ed affidabili, come l’arcinoto eBay ed il tanto “in voga” Gooutlet. eBay  rappresenta da anni il marketplace per eccellenza ed offre ai propri utenti la possibilità di vendere e comprare oggetti (sia nuovi che usati), da qualsiasi PC o dispositivo mobile collegato ad Internet, ovunque ci si trovi ed in qualunque momento.

Anche online c’è un iter burocratico da seguire!
Attraverso il cyberspazio, tutto è certamente più semplificato, ma anche in questo caso occorre rispettare un iter burocratico obbligatorio. Secondo quanto previsto dalla normativa italiana per poter vendere online i propri prodotti e servizi è richiesta l’apertura della partita IVA, l’iscrizione alla Camera di Commercio e la presentazione della S.C.I.A. (Segnalazione Certificata di Inizio Attività).  Malgrado la creazione e gestione di un negozio virtuale sia molto diversa da quella di un negozio fisico, sia in termini economici che pratici, non può prescindere da queste normative fiscali. L’attività di vendita, infatti, non si può configurare come prestazione occasionale, per cui è sottoposta a tutti i fardelli fiscali previsti per legge. Comunque, sia l’assegnazione di partita IVA, sia l’iscrizione alla Camera di Commercio hanno un costo che di norma è ben inferiore alle 200€ per entrambe le voci insieme. I costi più elevati si avranno poi ad attività avviata, quando bisognerà pagare INPS e IRPEF in base al reddito. Comunque, se il commercio dovesse essere positivo, entrambe le voci di costo verranno ripagate tranquillamente.

Pagamenti elettronici
Una volta in regola con la burocrazia è possibile iniziare ad impostare l’attività di vendita. Per prima cosa, terminata la struttura del sito, è necessario decidere quali sono i metodi di pagamento accettati. Qualora si decidesse di offrire l’opzione di pagamento con carta di credito è necessario aprire un conto corrente sul quale fare confluire il denaro (in alternativa per i negozi già strutturati è possibile utilizzare il conto già presente e associato all’attività).  In aggiunta si può scegliere una soluzione di pagamento in linea: esistono a  tale proposito diversi fornitori, come il più blasonato Paypal. Per i clienti meno propensi agli acquisti online si potrebbe pensare di introdurre un numero verde gratuito per gli ordini o di fornire un modulo d'ordine stampabile da inviare per posta o fax.

Il magazzino non è necessario!
Definita anche la questione dei pagamenti non resta che iniziare la propria attività di vendita. I servizi offerti online sono dei più disparati: i programmatori esperti possono vendere soluzioni software e pacchetti applicativi, gli artigiani i prodotti manifatturieri realizzati da se e  i commercianti possono scegliere di rivendere abbigliamento o prodotti elettronici. In quest’ultimo caso, non è sempre necessario fare magazzino, ossia acquistare i beni prima di rivenderli, ma è possibile ricorrere alla pratica del dropshipping.  Attraverso il dropshipping, si diventa rivenditori di un distributore o grossista, che mette a propria disposizione il proprio catalogo, corredato da servizi di logistica integrati. Il rivenditore vende il bene presente nel magazzino del distributore ed incassa il pagamento. A questo punto, il rivenditore contatta il grossista e ordina a sua volta il prodotto, pagando con una parte degli ingressi giunti dal cliente finale. Il grossista si fa carico di recapitare al cliente il bene, come se fosse il rivenditore stesso a spedirlo. Insomma, il venditore propone merce presente nel magazzino di un altro. Così non si corrono rischi, in quanto non è necessario investire in un bene di cui non si sa a priori il posizionamento. I margini di guadagno, poi, sono stimabili intorno all’8% in media.

A questo punto, non resta che augurare buona fortuna a tutti coloro che decideranno di sbarcare con la propria attività sul Web!

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